Un Rapporto annuale

La fetta di popolazione che si muove all’interno dell’Italia è a tutt’oggi estremamente variegata. La pluralità e la diversità dei percorsi migratori interni è un fatto storico, acquisito e condiviso in ambito storiografico. Questa pluralità ha assunto però negli ultimi decenni una nuova dimensione, legata allo sviluppo eccezionale nel nostro paese dell’immigrazione straniera. La presenza della popolazione straniera determina in modo decisivo la quantità, l’orientamento, le direzioni, le caratteristiche delle migrazioni interne.

Gli stranieri si muovono in proporzione sul territorio nazionale più degli italiani e contribuiscono a ridefinire di volta in volta il peso demografico, il mercato del lavoro, gli equilibri sociali dei territori coinvolti. È bene quindi innanzitutto specificare che quando parliamo – oggi – di migrazioni interne parliamo necessariamente degli spostamenti di tutta la popolazione, indipendentemente dalla cittadinanza o dalla nazionalità di origine. Questa acquisizione, a prima vista addirittura banale, è in realtà molto importante per mettere in discussione alcuni luoghi comuni che vorrebbero costringere i fenomeni migratori in maglie molto strette, che inevitabilmente non ci permettono di comprendere a pieno l’impatto dei fenomeni migratori sulla società italiana.

Questi luoghi comuni prevedono ad esempio che l’Italia nel corso degli anni settanta del Novecento sia passata “da paese di emigrazione a paese di immigrazione”, lasciano intendere che l’emigrazione degli italiani sia un fenomeno legato al passato e che oggi riguardi al massimo personale altamente qualificato e specializzato. Ridurre lo studio dei fenomeni migratori alla semplice consequenzialità di partenze e arrivi e alla successione deterministica dei flussi ci impedisce ad esempio di guardare con la dovuta attenzione a fenomeni che nel corso del tempo risultano cruciali per l’Italia contemporanea: le migrazioni di ritorno, le migrazioni circolari, le migrazioni legate alle persecuzioni politiche o religiose, per citare solo alcuni esempi.

Focalizzare l’attenzione sulle migrazioni interne diventa così un esercizio particolarmente utile, perché come abbiamo detto si tratta di un fenomeno che coinvolge soggetti molto diversi tra loro e diventano quindi un punto di vista davvero stimolante per capire non solo la dinamica della mobilità nel tempo e nello spazio ma soprattutto tutto ciò che con tale dinamica entra in relazione: ad esempio il lavoro, le istituzioni, le politiche, i gruppi sociali, le città, le vie di comunicazione, le aree rurali, le fabbriche.

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